Presentazione

sergio lab

Nonostante i miei molteplici interessi, solo nella Pittura il mio pensiero ha avuto un valore... e la libertà del pensiero è il pensiero possibile del senso. Pensare ad un'immagine significa vedere l'immagine... è il pensiero che le da forma, che spiega... senza spiegare se stesso. Io so che in certi momenti, immagini imprevedibili mi appaiono, fantastiche e irrazionalmente corrette... immagini che la mia mente vuole soggiogare... e farle diventare i modelli dei quadri che dipingo...

Sergio Maletti 

Giulio Monari

"... la montagna nel ciclico corso delle stagioni,la sua ruvidezza ,la sua spiritualità , il silenzio dei suoi boschi, il mistero dei suoi caselli abbandonati:questi i temi di una mostra che, aggiungiamo noi, fa riflettere e ricordare.
La tavolozza di Maletti è ricca di tutte le luci del creato, anche se una spiccata simpatia va al colore ocre che, sotto il suo tocco deciso e preciso, ammanta le tele di un alone di mistero.
La sua è una pittura sottovoce che provoca un sentimento che assomiglia a un emozionato rispetto.
Artista schivo, Maletti ama la propria terra, il proprio paese in modo antico e silenzioso.
Le sue opere scendono nel profondo, risvegliando antiche senzazioni che credevamo perdute, ma che, grazie all'abilità del suo pennello e alla sua grande sensibilità, provocano una commistione di stupore e di gioia, di malinconia e di rimpianto."

Ultime notizie - modena 1999

Giulio Monari

Michele Fuoco

"... ma l'orizzonte dell'Artista si allarga per cogliere la natura che, proprio in montagna, manifesta i suoi aspetti lussureggianti, il suo particolare rigoglio.
Il suo sguardo attento lo porta a ritagliare un preciso angolo di un luogo caratteristico che egli ha impresso nel cuore e nella mente.
Nell'Artista fananese é sempre presente l'esigenza di una descrizione capace di custodire la regolarità degli elementi costruttivi, come dato essenziale dell'opera.
Per questo il quadro acquista una concretezza ed una unità di stile semplice e naturale che balza evidente agli occhi dell'osservatore.
La realtà sembra essere controllata sempre con mano ferma; ma Maletti sa imporre alle sue opere, che esaltano la dignitosa pacatezza della natura, anche una schiettezza di motivi interiori ..."

Modena 1999

Michele Fuoco

Franco Basile

"Illusorie prospettive che valgono per la loro germinazione onirica, spedizioni verso miraggi di territori illimitati, il mito e l'artista, la suggestione e il racconto: dove inizia e dove finisce il sogno ? Per Sergio Maletti la realtà è come una scala graduata della fantasia, un succedersi di eventi che portano lontano, a spazi senza margini le cui coordinate indicano archeologie invase da una luce senitale, a cieli percorsi da premonizioni ed echi scivola la mente sulle acque di un passato dalle magiche parvenze, in alto le nuvole seguono il ritmo di una nostalgia interiore: simile a una barca di papiro, il pensiero si fa portare d' assorta corrente di un fiume che taglia il deserto è un viaggio ai confini della coscienza ancorchè lucido nella ricerca di un assoluto che la geografia del mito lascia trapelare la tela lambita dai segreti dello spirito, si apre davanti alla vista, s'inizia allora una comunicazione tipo descrittivo la memoria le costruzioni del subconscio, l'esperienza e ill'agginario tutto un repertorio sulla carta dell'orizzonte, uno strato di granuli del tempo sali d'argento sensibili ai ricordi, si accendano come particelle di un avventuroso enigma."

Dalla presentazione della monografia
Edizioni Grafis - Bologna 1990

Franco Basile

C. Barocas

"... tutte indistintamente le rappresentazioni egizie di Maletti hanno la funzione di evocare secondo un meccanismo sostanzialmente magico, una realtà che è calata in un eterno presente."

C. Barocas - 1988

Franco Basile

"... dalla natura i primi accorati motivi di spazio scenico.
Nato a Fanano, nel modenese, è facile indovinarlo errabondo lungo i sentieri dell'appennino, in una ricerca reiterata di angoli dove i pensieri incontravano solo il silenzio. Boschi, borghi sperduti, frammenti di cielo orlati da rami; in queste solitudini le unità del visibile si accordavano all'indistinto, un continuum elusivo misteriosamente prensile, qualcosa che si perpetuava tra cielo e terra.
Allora asindeto dalla rappresentazione, la tela raccoglieva gli impulsi dell'artista di un pittore libero, al di fuori delle gabbie accademiche, autodidatta di un linguaggio prossima una precisa cifra stilistica. Anni settanta, gli orizzonti sono quelli incorniciati dalle alture.
Il libro di quei giomi parla di luoghi isolati, case dai tetti di arenaria, finestre socchiuse su prati dove le particelle del tempo erano gremite di emozioni.
Scene che scorrono sull'ociottolato, attorno verdi illanguiditi sotto cieli velati: dai muri filtrano sussurri di remote presenze ove non v'è traccia d'uomo, è come frugare nella cenere della vita. Case, tante dimore descritte in un ostinato materiale silenzio. Oppure alberi neri e rigidi come un grido senza eco, tracce di esistenze perdute in un naufragio callaginoso. Vecchi esorcismi, una parentesi liberatoria nel nulla ?
Anni di lavoro, tratti infiniti sulla facciata del mondo, case di sasso e arenaria, alberi solitari.
La fisionomia è un altro sogno che si vive fra l'acriba e l'abbandono, fra l'osservanza scupolosa delle mitologie proprie dell'indagine e dell'istinto.
Lassù fra le solitudini contrade macchiate da enigmi di storie remote, Maletti ha vissuto le condizioni ideali di chi vuole raccogliere le pulsioni di un'ispirazione libera dalla servitù delle mode e giungere quindi all'emancipazione da un vedutismo di maniera grazie all'accentuazione simbolica dell'immagine, come attestano, in particolare, quei volti dalle linee taglienti di gotica icastità."

 

Franco Basile

Marcel Yen

"Un ritomo al passato può contare su un consenso assoluto dei contemporanei, quando il tutto è compito con assoluta determinazione fantactica carica di razionalità inquietante. Risulta tanto cara all'artista ( l'antica sigla ka egiziana incorporata nella firma) che come manifestazione delle energie dello spirito coinvolgano una realtà che viene realizzata secondo un mondo immaginario che sfugge, anche se lo rappresenta in primo piano per nascondersi nel mondo delle verità dell'assolutismo e del profondo mistero.Sono quindi figure che rivivano pienamente, risplendano di luce,uscendo dalle ombre animali mitologici tra i quali i gatti ( bast ) che dipinti con tratto nobile assumano pose di grandi sfingi in fando a solitudini distese desertiche che in un sogno senza fine sembrano addormentarsi immobili, proiettati in azzurri trasparenti e indefiniti. Quindi rimane il risultato di queste opere che nel loro sonno, sommerse in orizzonti silenziosi, sprigionano vitalità di spiritualità Tangibili trascimentali razionolizzate dalla forza dell'anima."

Dall' Enciclopedia Mondiale degli Artisti Contemporanei - 1984

Marcel Yen

Solmi

"... intrinseche vedute particolareggiate da aspetti sorprendenti nel suo aspetto ogettivo, dove si nota la volontà di entrare nell' intimo della materia che si esprime nel suo aspetto formale.
I paesaggi di Maletti sono particolareggiati da aspetti di totale abbandono, dove il pensiero scorre nel passato, luoghi dove la crudezza della montagna ha cancellato lasciando dei ruderi che testimoniano echi di presenze.
Pur essendo così vicino tutto questo globalizzato viene presentato con le sue luci e le penombre esistenti, suscitando la sua bellezza incantata e selvaggia, facendo perno sulla sua forza d'atmosfera dato il cambiamento di stagione."

Bologna 1980
Solmi

Luca Venturi

"La logica in questo caso conduce la fantasia del pittore a creare un' intera serie di situazioni possibili ma irrazionali, fantastiche ma tangibili, mai squilibrate nè abituarie, certamente bizzarre, ma ben lontane dall' incubo, dall'allucinazione..."

Edizioni d'arte due torri bologna 1979

Luca Venturi

Centro Diffusione Arte - Torino

"... è dunque il pittore dei volti umani, degli sguardi intensi delle sue figure, delle tonalità cromatiche calde dove si avverte la vericità di un realismo che non è solo osservazione fredda e distaccata."

Centro Diffusione Arte - Torino - 1978

Luigi Carluccio

"sogno e mistero; le due parole adatte a toccare il cuore dei surrealisti ... ll sogno rappresenta infatti un capovolgimento radicale dei rapporti tradizionali dell'uomo con la realtà; significa rifiutare il giomo, la monotona sequenza degli accadimenti e l' altrettanto monotona catena di norme che lo condizionano ed in una certa misura lo fanno sempre uguale, simulacro d'inerzia , i misteri e l'amore, valori che hanno in sè alcunchè di magico e di inesprimibile naturalmente. Il sogno dunque non è una semplice evasione, non è una fuga dalla realtˆ, ma un appuntamento con la sola realtà che è creatrice, perchè nasce in noi.
Il pittore non dipinge per trasferirsi in un altro mondo, egli è già in un altro mondo; dipinge entrando attraverso la conoscenza dell'altra faccia di ogni cosa... "

Dall'Arte Contemporanea in Emilia Romagna - 1978

Luigi Carluccio

Convivio Letterario

"... il Maletti attua nel figurativo e nel paesaggio i sentimenti piu umani e urgenti del travaglio quotidiano, con un'estetica suggestiva per le Conquiste della suprema serenità gioiosa, sgombra d'ogni pessimismo deleterio e deprimente, giovandosi della gammma coloristica senza le immaginarie strettoie che hanno inceppato sempre la fantasia degli artisti con la loro vacua autorità."

Dal convivio letterario - Milano - gennaio 1976

Basilio Chalckiotis

"... Sergio Maletti può, a giusto valore vantare il titolo di artista, di un artista che vuole vivere nell'arte e prendere nutrimento come essenza di vita.
Parlando dei suoi valori grafico-cromatici la linea è sfruttata in primo piano: vuole rappresentare la profondità e per questo ha voluto deformare il luogo e la dimensione delle immagini che ha rappresentato per arrivare a porre verità piu intime; per rivelare un mondo spinto da un interesse vivissimo che può sorgere da un accostamento di masse o da un contrasto cromatico.
Intomo a quell'equilibrio egli costruisce l'immagine con esatezza, a volte, con desolante tristezza ponendo in risalto la drammacità senza ironia e sarcasmo.
Il volto della realtà gli appare tale e, al di là di questa lucida consapevalezza, troviamo in lui una tale forza di penetrazione psicologica che i suoi personaggi ci lasciano sgomenti per la sconcertante verità che in essi è racchiusa.
E' una galleria di volti umani definiti da una caretterizzazione pungente e sottilissima ed è la maestria stilistica di Maletti che rende anche piu sontuoso il suo valore ...
In questi ultimi Maletti ci sembra mutevole con i suoi paesaggi di castagni spogli e nodosi, casolari cadenti che la termica del colore riesce ad esprimere in modo struggente, la desolazione e l'abbandono di luoghi un tempo tanto vivi e animati e a pervaderli di nostalgia e di poesia... è lo stretto rapporto tra immagine e termica, in lui la termica è una necessità espressiva.
Ognuna delle sue immagini è una ricerca, un attimo di vita, una figura del mondo, che trovano, per farsi viventi, l'unica termica e l'unica materia che possano totalmente esprimerli... "

I.E.D.A - Istituto Editoriale D' Arte - Milano 1975

Basilio Chalckiotis

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Nell'Artista fananese é sempre presente l'esigenza di una descrizione capace di custodire la regolarità degli elementi costruttivi, come dato essenziale dell'opera...

~ Michele Fuoco

Contatto

Sergio Maletti Pittore
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